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So Long Saigon

Aria di festa – Piazza IV Novembre – San Daniele del Friuli (UD)

Dopo due singoli online, finalmente decidiamo di fare la prima dal vivo anche con i So Long Saigon. L’occasione è questo festival regionale a San Daniele al quale decidiamo di iscriverci perché, anche se non è previsto neppure un rimborso spese, sembra che gli headliners siano rockstars come Bob Dylan, Caparezza, Vinicio Capossela… Il direttore artistico e responsabile è Gianni, vecchia conoscenza udinese dei primi anni ‘90. La comunicazione via mail fino al giorno prima è più che tassativa; si parte dal presupposto che tutte le band debbano adattarsi suonando con il back line messo a disposizione dal service: una batteria (compresa di piatti), un ampli di basso e uno di chitarra. Sembra che non sia permesso portare altri strumenti, soprattutto troppo ingombranti, calcolando che è vietato accedere all’area del festival in macchina, e che di conseguenza si debba sfruttare il portabagagli del servizio navetta. Dopo un weekend di prove a Tramonti nella splendida dimora di Ale e due giorni ospitati da cas’Aupa, impariamo pure a fare il Tetris degli strumenti nell’auto di Tommy, arrivando in largo anticipo a una delle famigerate fermate della corriera a San Daniele! Gli autisti e i vigili sono molto disponibili, ma ci avvertono che la nostra fermata non è in piazza  IV Novembre, ma prima di una lunga salita. Non ci scoraggiamo; scarichiamo il back line dalla corriera e dopo due giri a piedi affrontando la salita sotto a un sole improbabile, scopriamo che i giovani e talentuosi Stringe (colleghi di palco) sono riusciti ad entrare direttamente con l’auto ipnotizzando i vigili… I ragazzi del service (Marco e Claudio) sono di base molto gentili, ma quando scoprono che i So Long Saigon necessitano solo di quattro microfoni per le voci e quattro D. I. stereo per fare uscire tre postazioni synth, e una per iPad della cassa e del rullo, ci accolgono offrendoci birre medie a go go, per loro gratis. Durante il check particolarmente rilassato oltre a tutta la giovane e simpatica crew dei Saigon, appaiono pure il babbo di Viet come la mamma di Ale, Dede con varie amiche, e qualche amico udinese. Oltre alla musica, le due cose che mi gasano di più nel set dal vivo dei Saigon sono: prima di tutto il fatto che anche se abbiamo tre portatili sul palco per comandare varie centraline di synth, suoniamo liberi senza basi, la seconda e molto divertente, che “cantiamo”tutti come dei pazzi incrociandoci costantemente alla voce principale del lord ormai medico Ale. Il concerto fila liscio, siamo tutti sorridenti, anche se la musica dall’estetica elettronica e pop, a suo modo è molto darkofila. Siamo in mezzo ad una piazza di passaggio, sotto al palco oltre a varie famiglie, clienti, passano pure delle auto, costringendo tutti i nostri amici come i curiosi ad accomodarsi sulle varie panche da sagra disposte a 20 metri. Sembra proprio che il prosciutto crudo di San Daniele abbia la palese priorità! Durante il concerto super figo e molto Flaming Lips degli Stringe, consumiamo la nostra cena con tutta la truppa riuscendo pure a convertire il nostro buono acqua in birra. Proprio perché siamo una ventina di persone con una gran voglia di fare festa in giro, il sottoscritto e il previdente driver Tommy decidono di andare a piedi a recuperare l’auto parcheggiata in culandia fuori da San Daniele, portarla alla base della super salita (a quest’ora totalmente stracolma di gente), e toglierci dalle palle l’inquietante operazione del trasporto e imballaggio in auto del back line. Inizialmente il tragitto con Tommy è super piacevole, causa pisciata ci fermiamo pure in un prosciuttificio reso super vip da un concerto privato di una cover band dall’impianto otto volte il nostro palco. Successivamente iniziano gli inevitabili problemi, perché anche se gli altri capitanati dal Viet incominciano a portare a mano il back line a valle, i giri saranno svariati, stremanti, farciti di bestemmie contro l’organizzazione, graziata esclusivamente dalla forza bruta di Rispo, il quale sul finale da solo porta il Roland Juno e i piatti in totale assetto Hodor di Game of Thrones! Segue una gita su quei percorsi per bambini, dove ci si arrampica con le cinture e le protezioni assieme ad Alessandra, Valentina e Ale (Viet una volta a valle per la seconda volta, approfitta di un passaggio per Udine…), una nuova camminata in salita direzione dj set del Pasta e Carnifull, terminato al nostro arrivo, e in fine due ore di danze scatenate al festino del padiglione di Max, più che sclerato perché qualche cliente balordo tenta di rubargli dei vasi con delle piante decorative. Il resto è un sonno profondo. Grazie Saigon!