matteite

DEJLIGT

La casa 139- Via Ripamonti 139- MILANO

Fuck that! Siamo alla prima, si è lavorato duro ed è forse giunta l´ora di far partire il meritato banchetto. Arriviamo tutti a Milano alla casa 139 a rate e da posti diversi, l´unica della squadra che manca all´appello è la sorella Carolina (ha cambiato lavoro e per un pochino è off). Nel pomeriggio si è fatto due pezzi in acustico a radio Rock Fm, è stato divertente guardare al di là del vetro il simpaticissimo conduttore Ariel dei P.A.Y. mentre cerca di pronunciare “dailit” correttamente. Ultimamente la tribù si è ingrandita: all´ufficio stampa della Matteite troviamo la nuova arruolata e temeraria Barbara Santi che coordinata con il sottoscritto in vichinghia, da mesi sta lavorando alla promozione di questa prima creatura di DEJLIGT. La casa è un posto che conosco bene, come il gentile gestore Roberto. Al mixer troviamo il super Gigione, alla video-camera la Nina, in bagno si aggira gente d´ogni genere e subito fuori c’è il calcetto già annaffiato di bibite appiccicose. L´uomo con-turbante da produttore esecutivo si è trasformato pure in bassista e si alterna sul palco con il morto Molteni. Il posto è piccolo, noi facciamo un gran casino, il mac s´impianta spesso ma la gente reagisce comunque bene. Sono felice, mi rilasso, anche quando il luciaio Andrea mi lascia completamente al buio dimenticandosi totalmente della mia miopia galoppante e della mia assoluta poca dimestichezza con l´acustica. Segue la mia parte preferita: vendere magliette sconfiggendo cosi le pubbliche relazioni, osservando il resto della squadra ubriacarsi piano piano, fin a sentirmi consigliare che forse per attirare gente ai concerti potrei spacciarmi per transessuale! Chiudo il banchetto, carichiamo il furgone, facciamo i conti e cerchiamo di attaccare una volta per tutte il bancone. La Rosy ormai è sulla via della nanna, il Barnaba mi confessa di preferire decisamente DEJLIGT dal vivo rispetto al disco e alla sua ignobile recensione da ragazzi dello Zoo di Berlino fatta su Zero2 di Milano la settima scorsa. La Sparacina ha le mutande del Mortazza, Il dolcissimo Bebbe di Palermo scortato da frangetta ed Elisa mi seguono fedeli al bar e il party prosegue fino al momento in cui (non troppe ore dopo) schizzo da un divano siculo su una metro per Malpensa e poi per la vichinghia; siamo alle solite…